Le sei tipologie di tè cinese

Parlo spesso di tè, ma so che molti di voi non sono esperti. Esistono sei tipologie di tè cinese e oggi andremo a scoprirle insieme.

Il tè in occidente

Per noi occidentali è sempre esistito un solo tipo di tè. La scelta per la colazione era appunto tra caffè e tè. E sola colazione, durante il giorno è sempre stato quasi impossibile vedere qualcuno con in mano una tazza di tè. Questa abitudine è antica, forse figlia del fatto che siamo un popolo latino, forse dato dalla dominazione araba (avete presente il caffè qualità “arabica”? l’etimologia spiega sempre tanto).

Forti della pubblicità salutistica, negli ultimi decenni, abbiamo scoperto anche il tè verde. Quelli più esperti e fantasionsi conoscono addirittura il macha giapponese.

Ma la cultura del tè è molto di più.

Sto studiando la questione da un po’ di tempo. Ho letto libri, guardato un’infinità di video e fatto ricerche online. Il quadro è parecchio più complesso del nostro breakfast tea o per i più inglesi del earl grey.

La verità è che…

Esistono sei tipologie di tè cinese

Tè verde

è quello meno trattato. Si raccoglie, si scotta (tradizionalmente nelle wok, ma a livello industriale hanno delle specie di forni) o si cuoce velocemente al vapore. Questo aiuta a mantenere la clorofilla nelle foglie. Il tè verde è anche usato come materia prima per altri tè, come ad esempio molti pu’erh.

Tè bianco

è molto pregiato perché si utilizzano solo i germogli chiusi (e al massimo la prima foglia apicale). Questo rende la bevanda ricca di caffeina e antiossidanti natuarli. Dopo la raccolta i germogli vengono fatti appassire al sole, questo in qualche caso porta a una minima ossidazione del tè. Il suo nome deriva dal fatto che i germogli sono coperti di tricomi bianchi.

Tè giallo

simile al tè verde, ma prima di essere essiccato viene sottoposto a un leggero getto di vapore per poi essere stoccato in dei contenitori coperto da un panno umido. Così subisce un leggero processo di ossidazione. Il gusto sarà più aromatico e meno astringente rispetto ai tè verdi tradizionali.

Tè rosso

in europa lo chiamiamo tè nero, in realtà per i cinesi è rosso. Si tratta di foglie anche completamente ossidate. Si associa spesso a gusti dolci. Di solito è meno pregiato e ricercato degli altri.

Tè oolong

ci sono molti modi di produrlo, per questo esistono molte varietà diverse di oolong (che vi invito a provare). I gusti vanno dal floreale, all’agrumato, al… latte! Insomma ce n’è per tutti i gusti. Le foglie di oolong sono semi ossidate, dall’8% all’85% a seconda dei sistemi produttivi. Viene venduto in pacchetti e le foglie sono spesso accartocciate in delle piccole palline che poi si allargano durante l’infusione moltiplicando enormemente il loro volume.

Tè pu’erh

questa è la categoria più particolare di tutte. Il gusto del pu’erh (a volte anche puer o pu’er) è unico. In questa categoria vengono posti tutti i tè fermentati. Il processo viene innescato mettendo le foglie a essiccare (quindi spesso ossidare) e macerare a precise temperature e umidità. Come per alcuni vini, il pu’erh è un tè da invecchiamento. Buono già così, ma più passano gli anni più gli enzimi e microorganismi lo miglioreranno. Il packaging di questo tè sono le pu’erh cake (torte), cioè dei dischi di foglie pressati. Il pu’erh si divide ancora in due sotto specie:

Sheng o raw

Il pu’erh crudo. Si chiama così perché le foglie non sono quasi per nulla ossidate. Il gusto è più fresco e il colore dell’infuso più chiaro. Richiama molto i è verdi dei quali è stretto parente. La varietà sheng deve essere invecchiata alcuni anni per dare il suo meglio.

Shu o ripe

Il pu’erh cotto. Visto che lo sheng necessitava di anni di invecchiamento (per carità giovano anche allo shu) è stata ideata questa modalità di produzione per imitarlo. Il ripe viene stoccato a temperatura e umidità costante. Questa accelerazione di processo è utile per mantenere bassi i costi, ma il gusto è parecchio diverso dallo sheng. Infatti lo shu ha dei gusti molto forti e intensi, spesso terrosi, di paglia, funghi, legno, frutta secca, foglie, miele. Il suo infuso è molto scuro.

Tipologie di tè cinese (bonus – non sono solo sei)

Come abbiamo detto all’inizio esistono sei tipologie di tè cinese. Non è del tutto vero, ma diciamo che le principali sono quelle. Possiamo però menzionare anche:

  • Tè nero o hei cha: si tratta di un tè post-fermentato. Così come il pu’erh, il processo di produzione prevede uno stoccaggio a umidità e temperature costanti, poi maturato per mesi e anni. Le sue foglie sono molto scure. Il colore dell’infuso è chiaro come lo sheng e il gusto molto leggero ed equilibrato.
  • Tè al gelsomino: come si può capire dal nome, il prodotto è una mescolanza tra un certo numero di fiori di gelsomino e foglie di tè per dare quel gusto floreale inconfondibile.

Per concludere

Abbiamo capito che il tè è un mondo tutto da scprire. Molte tipologie tutte da scoprire, imparare e gustare. Ognuna con il suo aroma inconfondibile e le sue particolarità. Contiene caffeina e non è da bere in orari serali (ma conosco molte persone che il caffè dopo cena lo prendono sempre). Usi diversi, gusti diversi, tempi diversi di infusione. Vi invito a seguire i miei assaggi di tè per capire quanto sia affascinante questo mondo.

Ecco un articolo per approfondire QUI.